Ottavo libro di Scintille 21|22 è Si chiama Francesca questo romanzo di Paolo Nori. Scrittore e traduttore dal russo, Nori collabora con alcuni quotidiani come Il Manifesto, Libero, Il foglio, Il fatto quotidiano. Ha un blog sul Post e un suo blog personale: paolonori.it. Esercita da anni la pratica della lettura in pubblico.
In questo romanzo ci sono: una macchina meravigliosa, un posto per andarci a riflettere, una città russa famosa per la sua produzione di pentole, un armeno che gli piace citare Cechov crede di essere furbo, una certa dose di compiacimento nello scoprire di essere poco normali, una quantità di pensieri che vanno e che vengono e che non lo fanno mai stare tranquillo, una tutina aderente speciale che fanno loro in Irlanda, un paio di tipici esempi di immaginazione, un momento che ci si chiude in casa a Basilicanova a rilegger fumetti farsi colare sopra le mani la
cera delle candele, una scena di pianto nella biblioteca Lenin di Mosca, un numero imprecisato di storie del Mullà Nasrudìn, tutte le partite del mondiale di calcio del novantaquattro, una fila di madonne che in ospedale se la ricordano ancora, uno che si chiede come può fare a resistere alle bastonate che arrivano da tutte le parti e qualche altra cosa.
Un libro per …
chi ama la follia della vita quotidiana e i fatti straordinari dietro l’angolo. Per chi ha i
pensieri ingarbugliati e anche un po’ le relazioni. Per chi pensa di essere normale, ma forse neanche tanto. Per chi pensa, pensa, pensa sempre, come se scrivesse nella sua testa.
Una curiosità?
È fondatore della rivista Qualcosa, organo ufficioso dei Sapodisti. “A Parma,
tanti anni fa, è stata fondata la corrente dei sapodisti, parola che viene da Sa podiss, che in dialetto significa se potessi. Sono quelli che, non hanno tempo, ma se avessero avuto tempo scriverebbero delle cose bellissime. Ecco. Io, non faccio per vantarmi, ma, da quarant’anni, mi sento uno dei maggiori sapodisti contemporanei”.